Terminato da poco il mio intervento al Question Time in consiglio Regionale, in cui ho chiesto cosa si sta facendo per migliorare i servizi socio-assistenziali che la Giunta indica essere la principale causa delle gravissime situazioni nei Pronto Soccorso, in otto anni di governo regionale nella sanità nulla è stato fatto per superare le problematiche del sovraffollamento, De Luca mi rispose ad un’interrogazione praticamente dicendomi che il problema erano gli eccessivi accessi impropri, in codice bianco e verde, tanto da mettere in difficoltà i Pronto Soccorso ‘anche per un’unghia incarnita’. Dimostrai che non era così, in quanto la Campania era ben al di sotto di tante altre regioni per gli accessi impropri.
Oggi invece, dopo un’altra interrogazione, l’assessore mi ha sciorinato una serie di dati ancora meno credibili, parlandomi delle case di comunità che con i fondi del PNRR, dovrebbero risolvere la situazione dei sovraffollamenti, salvo poi riferirmi che non ci sono i medici proprio per i pronto soccorso.
Allora, come pretendiamo di coprire anche le ‘case di comunità’ con medici che non ci sono? Per l’assessore ci vorrebbe una legge che obblighi i nuovi medici giovani a lavorare per tre anni nei pronto soccorso, quando sa che il problema sono i vincoli di accesso a medicina, da regolamentare in maniera diversa dal ministero, e loro hanno il potere di cambiare le cose. Infine siamo una delle poche regioni che non ha ancora recepito le linee di indirizzo nazionale per i Pronto Soccorso, accordo Stato-Regione del 2019; tali regioni avrebbero dovuto recepire queste linee entro il 1° febbraio 2020, non esistono nelle aziende ospedaliere piani di gestione per sovraffollamento.
Tanti infatti i sindacati, non allineati, che hanno presentato prima una diffida al governatore, per poi proseguire con una denuncia. Si salvi chi può!