L’ARPAC, per il ruolo che sta ricoprendo all’interno della commissione sul monitoraggio dei rumori e dei rischi per l’aeroporto di Capodichino, è in evidente conflitto di interessi in relazione con GESAC.

Il controllore non può essere pagato dal controllato, per questo ho presentato un’interrogazione in Giunta. L’Art. 4. del DPR 496/1997 assegna alle ARPA il compito di effettuare ispezioni periodiche sulla rete delle centraline, sulla loro funzionalità con “Report annuali”, certificando i sistemi di monitoraggio dei sorvoli, la soglia del rumore con l’invio dei relativi dati al Ministero dell’ambiente.
È stato avviato quindi un protocollo di intesa tra ARPAC e GESAC. Tale commissione non si è riunita per molti anni, ricominciando nel 2018 grazie anche al sollecito del comitato No Fly Zone; mancano ancora le centraline di tipo V (violazione), uniche che rilevano il superamento dei limiti prefissati in sede di definizione delle rotte di decollo e di atterraggio.
Il tutto senza considerare il rischio altissimo di incidenti con 30 voli aerei l’ora passanti da una sola pista.

Il gestore da anni sminuisce l’evidente realtà, affermando che il rumore è nei limiti e che i cittadini che subiscono il rumore degli aerei siano pochissimi. L’eventuale esecuzione da parte di Arpac dei rilievi fonometrici che deve controllare per mandato istituzionale, andrebbero a prefigurare una condizione di conflitto di interessi, con sovrapposizione del ruolo di controllato e controllore.