Cassa Depositi e Prestiti ha pubblicato uno studio che conferma quanto la Campania sia un fanalino di coda per i fondi del PNRR sul ciclo dei rifiuti. Abbiamo avuto accesso solo all’1% dei fondi, praticamente bocciati tutti i 49 progetti presentati.
Come al solito in Italia persistono significative differenze territoriali nella capacità di trattamento dei rifiuti urbani, dovuti ad una distribuzione iniqua degli impianti per numerosità, capacità autorizzata e scelte tecnologiche, come riporta CdP nello studio sui ‘Rifiuti e divari territoriali: quali prospettive per l’Italia?
L’Unione Europea ha impegnato gli Stati Membri a riciclare almeno il 65% dei rifiuti urbani e almeno il 70% di quelli di imballaggio entro il 2030, volendo giungere poi, a meno 10% dei rifiuti urbani entro il 2035.
Noi siamo ben lontano da questi numeri!
Negli anni, come al solito investendo lo Stato maggiormente le risorse al Nord, ha reso solo quella zona del Paese totalmente autosufficiente nel trattamento dei rifiuti e nella produzione di biogas, mentre per una scarsa presenza di impianti, il Sud continua ad essere agli ultimi posti.
Il fabbisogno impiantistico entro il 2035, si registra soprattutto per Campania con circa 800mila tonnellate, Lazio con 500mila tonnellate e Sicilia con 450mila tonnellate.
Nonostante i numerosi fondi del PNRR per impianti di trattamento e ciclo dei rifiuti, Lazio e Campania non sono riuscite ad ottenere finanziamenti a causa dell’esaurimento del plafond territoriale (270 milioni per il Centro-Sud nel suo complesso).
Intanto per incapacità amministrative, ci ritroviamo ad aver perso i fondi del PNRR in uno dei settori più importanti della nostra società.