Lo affermavamo da dieci anni ma ci volevano scosse e lo scoppio di un pozzo per farglielo capire.
Finalmente Ingv, dopo aver trivellato i Campi Flegrei per conto della regione Campania, riconosce ufficialmente che c’è un rischio sisma per la geotermia e blocca definitivamente il progetto a Pozzuoli.
Sono tanti gli incidenti provocati dopo aver trivellato nella parte più attiva del sistema geotermico della zona Flegrea, ma con l’aiuto di tantissimi cittadini riuscimmo, dopo l’esplosione del pozzo seguito da 70 metri di geyser con la fuoriuscita incontrollata di migliaia di tonnellate di vapore e gas, a bloccare il progetto di Ingv che aveva tutta “l’intenzione” di andare a stuzzicare il “can che dorme”, per il progetto Geogrid.
Dopo audizioni ed interrogazioni, chiesi di bloccare quest’attività ed i fondi di 4 milioni di euro per questo progetto, che già dieci anni fa denunciavamo essere pericolosissimo.
I cosiddetti esperti facevano paragoni con Lardarello, in Toscana, in cui si utilizza l’energia della geotermia, dimenticando che Lardarello non è in una zona sismica e pericolosa come i Campi Flegrei. Inoltre, basta ricordare il terremoto di Strasburgo provocato proprio dalla geotermia, pur non essendo zona sismica, tanto da indurre i ricercatori a bloccare tutto anche lì. Finalmente l’Ingv ha bloccato questo tipo di attività almeno dalle nostre parti, riconoscendo che il sistema è in pressione con alta temperatura. L’infrastruttura creerebbe sismicità modificando i fluidi in profondità.
Bisognerebbe chiedersi come mai fu deciso di portare avanti tali sperimentazioni e per conto di chi.