La politica deve rivedere le sue scelte.
Napoli rischia crolli ormai ovunque, specialmente per tutti gli scavi che sono stati fatti negli ultimi vent’anni, crolli nei cimiteri come quello di Poggioreale dove le salme non hanno neanche più un’identità, chiese antichissime, e puntualmente riscontriamo questi problemi proprio dove la politica ha deciso di far passare la mai terminata linea 6, o dove decide di bloccare le falde acquifere di Napoli che prima o poi una strada ritrovano.
Questa volta è il turno del Maschio Angioino, altri crolli in una delle ali più importanti del Castello, un vanto e simbolo della città.
Quando dicevamo che Napoli non era più una città in cui scavare, ci deridevano e combattevano.
Inascoltato lo stesso prof. Caniparoli che sottolinea da tempo immemore il rischio di crolli e disastri di ogni tipo; adesso si cominciano a contare i danni e forse, stanno capendo che Napoli con le sue vene d’acqua e le sue fragilità, non è una città nella quale si può scavare!
E mentre il governatore ci “minaccia” di costruire, scavando, nuovi edifici per spostare l’intera regione nel futuro “Palazzo della Regione a Roma si continua a finanziare la linea 6.
Intanto, tra i vari scavi, i vari ostacoli a corsi d’acqua creati dall’uomo e l’incuria generale, abbiamo visto negli ultimi anni il crollo di tantissimi simboli della città importantissimi, la parte interna dell’Albergo dei Poveri, l’Arco Borbonico, crollo di pietre da Castel dell’Ovo, la Colonna Spezzata, i cornicioni da strutture monumentali come la Galleria Umberto che ha fatto una giovane vittima, ecc.
I crolli nella torre del Maschio Angioino purtroppo non saranno gli ultimi e da tempo denunciamo che è tutta l’area a rischio, finanche la Reggia, praticamente la zona più importante di Napoli a rischio per gli scavi pazzi.
La storia è sempre la stessa!