Ricevo ormai tantissime segnalazioni sulle problematiche relative alla presenza dell’aeroporto di Capodichino in ambito urbano e le conseguenze determinate dalla vicinanza di questa infrastruttura alle aree residenziali cittadine. L’espansione urbana dell’ultimo mezzo secolo ha completamente inglobato la struttura nell’agglomerato metropolitano della città. Ciò, se da un lato presenta l’indubbio vantaggio di avere un aeroporto facilmente raggiungibile dal centro (in futuro anche in metropolitana), dall’altro presenta una serie di inconvenienti non trascurabili; primo fra tutti il rischio connesso all’uso di una simile struttura in area densamente abitata. Da fonte internet wikipedia risulta che a Capodichino opera anche l’United States Navy, con il trasporto di esplosivi e altro materiale pericoloso.
I residenti della zona compresa tra Ponti Rossi, Capodimonte, Vomero e Arenella, denunciano da anni i disagi degli aerei che volano a bassa quota vicino ai palazzi. Un problema che esiste da troppo tempo e per il quale già in passato si sono sollevate rivolte di comitati e associazioni, senza tuttavia ottenere risultati. Ormai i decolli e gli atterraggi sono scaglionati di pochi minuti gli uni dagli altri. Le rotte di decollo e di atterraggio seguono, prevalentemente, la direttrice est-ovest e sorvolano prevalentemente quartieri del Vomero e Arenella. Dalle ore 6,00 alle ore 22 decollano ed atterrano oltre duecento aerei. La frequenza poi aumenta da fine marzo fino alla fine del periodo estivo.
È stato scritto più volte al Comune di Napoli, alla Gesac, l’ente che si occupa della gestione dell’aeroporto. L’ENAV, ente nazionale di assistenza al volo, non ha concordato con le istituzioni le rotte di decollo e di atterraggio e gli abitanti ne subiscono le conseguenze. Ciò che è evidente è che le compagnie aeree invece di cambiare rotta, praticamente allungandola (lato Casoria), passano per quella sorta di “imbuto” che è Vomero-Ponti Rossi, a poche centinaia di metri dalle case; in pratica, preferiscono pagare le multe che ricevono piuttosto che trovare soluzioni alternative che vadano incontro anche ai residenti che vivono un problema quotidiano.
Oltre all’inquinamento atmosferico, il kerosene (esente da accise) è anche molto inquinante, addirittura più della benzina, e viene consumato maggiormente durante le fasi di decollo e atterraggio, spargendo il suo carico nocivo sopra le teste degli abitanti (idrocarburi incombusti, particolato, nano particolato, ossidi di azoto), vi sono notevoli problemi per quanto riguarda l’inquinamento acustico e la malaugurata possibilità di incidenti. Negli anni il traffico è cresciuto in modo esponenziale, gli aerei sorvolano case, palazzi (alcuni sembra che vengano quasi sfiorati), siti Unesco, come il museo di Capodimonte. Infatti sono ugualmente preoccupanti le manovre effettuate sulla Reggia di Capodimonte, i velivoli passano così vicino che esiste la possibilità che le vibrazioni possano danneggiare l’edificio e le opere che si trovano al suo interno. Il problema esiste anche per altre città ma tutte hanno adottato rotte che evitano, il più possibile, di sorvolare gli abitati.
Il lavoro e gli studi svolti dalle associazioni, non solo per quanto riguarda il rumore ma anche per quanto riguarda la safety e la security, sono noti non solo a livello locale ma anche a livello ministeriale.
Per questo ho chiesto una seduta di audizione con le associazioni Comitato No Fly Zone e Assoutenti Campania Mobilità e tutte le figure istituzionali coinvolte.