Nonostante la sentenza del TAR della Campania che dichiara la Giano abusiva, per ciò che concerne la gestione dello stadio Collana, siamo costretti a continuare le nostre proteste, questa volta in commissione trasparenza. La Regione sembra voglia favorire la Giano “abusiva”.
Nonostante la decisione del Tar che riconosce ufficialmente l’illegittimità della Giano sulla gestione dello Stadio Collana la Regione sembra abbia deciso di fare da scudo alla società in primis con un atto aggiuntivo che dal 2017 sottolineo essere illegale, ed con risposte vaghe alle interrogazioni e denunce che presento da anni. L’interesse ovvio della Giano è quello di mantenere il più a lungo possibile la gestione del Collana, aprendo anche la campagna iscrizioni per il nuovo anno.
La Regione, ha ribadito che ci sono dei lavori in corso al Collana, ma a noi questo interessa poco, anzi potrebbe essere ancora una aggravante nel guazzabuglio che la Regione stessa sta creando.
Il Tar inoltre riconosce questioni molto gravi che ricadono anche nel penale al concessionario Giano e continuo a non capire come mai la Regione Campania non voglia assumersi la responsabilità, con pieni diritti riconosciuti, di prendere questo bene e gestirlo nel migliore dei modi, aspettando e traccheggiando tra risposte vaghe.

Finalmente all’incontro in commissione Trasparenza, tenutosi ieri 5 luglio con tutte le associazioni di categoria e degli sportivi, letteralmente cacciati dallo stadio per chiedere giustizia e legalità la Regione ha ribadito che la Giano Srl andrà via. Al di là della risposta del consiglio di Stato che riceveremo il 14 luglio, data della “presa della Bastiglia” (citata dall’assessore), l’intenzione della Regione è quella di riappropriarsi del secondo stadio più importante della città, così noi festeggeremo la “presa dello stadio Collana”.
Erano presenti tutte le associazioni interessate, rappresentate da Sandro Cuomo.
Assessore e commissario hanno chiarito che gli errori commessi dalla Giano, finiscono nel penale per cui, non possiamo più prolungare tale concessione.
Anche la regione ha le sue colpe, in quanto i criteri per la gestione dello stadio impostati dalla regione, richiedevano che le associazioni avessero una storicità di almeno 10 anni; invece, la Giano si era formata qualche giorno prima.
Ora la Regione deve porre rimedio, dando nuovamente alla città ciò che è suo, senza interrompere il servizio, nell’attesa di nuove concessioni. Canteremo vittoria quando tutto questo sarà realtà.