
Con D.M. del 21 gennaio 2022 rep. 34 il Ministro della Cultura ha adottato l’elenco annuale dei lavori per l’anno 2022 finanziato con le risorse ordinarie di bilancio del Ministero nonché la programmazione ordinaria dei lavori pubblici per il triennio 2022-2024.
Nonostante la significativa consistenza e la notevole importanza del patrimonio storico-artistico e architettonico, la tabella di ripartizione delle risorse per la regione Campania è a dir poco avvilente;
nel settore “Belle Arti e Paesaggio” alla Campania è stata assegnata dal Ministero per l’anno 2022 una cifra davvero irrisoria: 𝟱𝟵𝟭.𝟳𝟮𝟭,𝟮𝟰 𝙚𝙪𝙧𝙤, sufficienti per avviare solo sei interventi, peraltro, di modesta entità, rispetto alle risorse stanziate per il restauro dei beni artistici e architettonici del Piemonte (2.305.000,00), Toscana (1.505.320,72), Lazio (1.410.000,00), Emilia Romagna (948.984,00) Lombardia (832.860,00), Veneto (805.876,00), Marche (760.000,00), Calabria (712.846,80), Puglia (650.000,00), Abruzzo (642.161,00), la Campania risulta particolarmente penalizzata.
Poche risorse finanziarie per pochi e mal distribuiti interventi: ignorando, infatti, le richieste giunte dalle Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio della Campania per tamponare le numerose criticità legate alla tutela del patrimonio culturale vigilato, il Ministro della Cultura ha condannato l’attività di tutela nella nostra regione, cancellando dall’elenco dei lavori 2022 interventi importanti di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di beni architettonici e storico-artistici ubicati nei territori del Sannio e del Cilento o della vasta Area Metropolitana di Napoli, molti dei quali bisognosi di interventi immediati a causa del precario stato di conservazione che ne minaccia l’integrità e la sopravvivenza (cupole e campanili lesionati che crollano, affreschi che vengono cancellati dall’acqua e dalle muffe, stucchi che si sbriciolano, castelli che vanno in rovina, soffitti decorati che vengono giù).
Anche la città di Napoli, dove le emergenze al patrimonio culturale non si contano più, è stata punita dalle scelte geografiche del Ministero 𝙨𝙤𝙡𝙩𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙪𝙣𝙖 𝙢𝙤𝙙𝙚𝙨𝙩𝙞𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 “𝙨𝙤𝙢𝙢𝙖 𝙪𝙧𝙜𝙚𝙣𝙯𝙖” 𝙙𝙞 𝟵𝟭.𝟳𝟮𝟭,𝟮𝟰 𝙚𝙪𝙧𝙤 per l’eliminazione dei pericoli per la pubblica e privata incolumità dovuti alle infiltrazioni diffuse che provocano distacchi materici all’apparato decorativo interno ed esterno della Cappella Pappacoda e nella Chiesa di San Giovanni Maggiore; lo straordinario patrimonio diffuso della regione Campania, retoricamente celebrato dalla politica nazionale, viene penalizzato anche dal Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali promosso di recente da Dario Franceschini, che vede come beneficiari di risorse statali solo due arcinoti attrattori culturali napoletani, già destinatari di cospicui finanziamenti europei: Palazzo Reale (23 milioni) e la Certosa di San Giacomo a Capri (5 milioni).