Serve strategia da realizzare attraverso convenzioni tra Arpac e Comuni

Non basta monitoraggio acque quanto accaduto alle acque del fiume Sarno e in quelle a ridosso del litorale domitio, ritornate torbide subito alla fine del” lockdown dimostra ancora una volta che ci si limita a una semplice attività di monitoraggio per valutare l’entità di disastri ambientali, piuttosto che a strategie di contrasto a monte.

La Regione ha comunicato che avrebbe illustrato il piano di azione per il monitoraggio dell’inquinamento comparando i dati ottenuti dai rilievi di questi giorni con quelli effettuati nei mesi di chiusura delle attività, ma si pensa a un semplice monitoraggio, piuttosto che a mettere in campo un sistema di controllo preventivo efficace, da realizzare attraverso gli organi tecnici dell’Arpac e concordato con i Comuni, che hanno competenza sul controllo di eventuali scarichi illeciti.

Ad oggi non ci sono ancora convenzioni con i Comuni, come riportato nel programma delle attività di Arpac 2020.

Cosa aspetta la Regione per sollecitare la stipula di queste convenzioni? Non si può sempre demandare all’autorità giudiziaria di intervenire per rimediare alle falle di un sistema regionale di controllo preventivo inefficace.

Riteniamo inefficace puntare solo ad affidare il controllo aereo e sulle sponde alla Sma inoltre siamo convinti che non ci potrà mai essere una misura risolutiva fino a quando i dati non saranno raccolti e ordinati in un catasto regionale e resi fruibili a tutte le autorità competenti.