Mi hanno raccontato una storia e mi si è spezzato il cuore!
Ma a volte basta poco per far intervenire il buon senso.
Mi si è spezzato il cuore quando mi hanno raccontato questa storia e sono intervenuta subito.
Mi hanno telefonato e mi hanno riferito che in un paese ci sono alcune persone in difficoltà, beneficiarie del reddito di cittadinanza, che non stanno riuscendo ad acquistare il pane, la pasta, le uova. I beni di prima necessità, quelli che ti fanno vivere.
Il motivo?
Con la chiusura dei negozi, soprattutto nei piccoli centri, sta capitando – sempre più spesso – che quelli rimasti aperti non abbiano il pos, strumento necessario per pagare con la carte del REDDITO DI CITTADINANZA.
Ora, noi che viviamo in città o grandi centri, non soffriamo questo problema. Ma immaginatevi la vecchietta del paesino di montagna, che magari non ha nemmeno l’auto per muoversi.
Come fa? Come fa a vivere?
Come fa ad acquistare l’essenziale?
Non il superfluo…proprio l’essenziale, quello che ti permette di vivere! Magari per dignità non crea problemi, magari tira la cinghia, elemosina cibo dai vicini! Ma per quanto tempo ancora?
Molti di noi nemmeno immaginano queste storie, queste vicende silenti, questo spaccato che esiste e che non fa rumore, che non riecheggia nella nostra assordante e tecnologica quarantena cittadina.
E quindi? Cosa potete fare voi?
Anzitutto INFORMARE i cittadini dei piccoli centri. Dir loro che il decreto ministeriale vieta lo spostamento ma non per comprovate esigenze da auto certificare. E tra queste potrebbe rientrare anche la problematica che vi ho raccontato.
Cosa posso fare io?
Ho scritto subito ai prefetti della regione Campania affinchè possano – con un loro atto – chiarire ai cittadini che si trovano in queste condizioni come comportarsi senza incorrere nelle violazioni dei decreti.
Perché una cosa è interpretare il decreto, altra è avere la rassicurazione scritta nero su bianco.
Ad esempio in Val d’Aosta, dove il problema è frequente, il Prefetto è intervenuto con una determinazione di ulteriore chiarezza e dettaglio.
Dato che non siamo secondi alla Val d’Aosta, farò l’impossibile per rassicurare i tanti cittadini che anche solo per vergogna non stanno denunciando la vicenda pubblicamente.
Di seguito la richiesta che ho inviato ai Prefetti
Oggetto: Emergenza Covid 19. Chiarimenti in merito al decreto del Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell’interno del 22 marzo u.s., in tema di divieto di spostamento in comune diverso da quello di domicilio.
Il Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’interno, con ordinanza del 22 marzo u.s. ha disposto, nell’ambito delle misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale, il divieto “a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.”.
Il suindicato divieto è stato altresì confermato dall’articolo 1, comma 1, lett. b), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato nella medesima data. Il Governo, nella pagina web istituzionale, ha fornito alcune precisazioni riguardo alle possibili circostanze specifiche che possano, qualora ricorrenti, consentire una deroga al summenzionato divieto: “[Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati.”].
In relazione alla circostanza secondo cui alcune persone beneficiarie del reddito di cittadinanza hanno lamentato l’impossibilità di provvedere al pagamento con ‘Carta Ricaricabile Reddito di Cittadinanza’ per l’acquisto di beni di prima necessità nei punti vendita del Comune dove si trovano per cause non loro imputabili (assenza del POS, mancato collegamento alle piattaforme per pagamenti elettronici), si chiedono chiarimenti sulla possibilità che possano spostarsi in Comuni limitrofi per acquistare in punti vendita che accettano tale modalità di pagamento, senza incorrere nelle violazioni di cui ai suindicati decreti.
In attesa di tempestivo riscontro,
distinti saluti
Maria Muscarà