Con una scandalosa determina, viziata da una procedura illegittima, nel febbraio del 2015 i dirigenti Arpac autorizzarono che fossero loro corrisposti 11 anni di adeguamenti contrattuali, ritendo che il contratto di lavoro non fosse stato rispettato e ottenendo così la restituzione di arretrati per un totale pari a 6 milioni di euro.
Oggi, a distanza di quattro anni, la stessa Arpac, con tanto di delibera e alla luce di una nostra interrogazione depositata nel dicembre scorso, stabilisce che il riconoscimento di quegli adeguamenti avrebbe dovuto essere subordinato a una procedura che prevede la ripartizione del fondo destinato a conferire premialità e incentivazione delle performance individuali, dunque non conforme alla legge. 
Per questo, quegli stessi dirigenti dovranno ora restituire fino all’ultimo centesimo. A partire dallo stesso ex commissario Arpac, Pietro Vasaturo, già dirigente prima della sua nomina, a cui è stato corrisposto un adeguamento complessivo di 128mila euro. 
Soldi percepiti grazie a un atto amministrativo illegittimo, rispetto al quale si palesa un chiaro danno erariale. E non comprendiamo le ragioni per cui un ente come Arpac, debba essere ancora commissariato e non si proceda alla nomina di un responsabile che metta finalmente mano alla riorganizzazione di un’agenzia di fondamentale importanza nel controllo dei livelli di inquinamento del nostro territorio regionale.