Non possiamo ritenerci soddisfatti della tardiva risposta e voglio ricordare all’assessore Bonavitacola che voi avete vinto le elezioni perché dicevate di esser altro e che, invece, proprio questo consiglio ha ritardato questa procedura che poteva essere affrontata a luglio, ovvero 5 mesi fa.
In merito ai 92 milioni di credito nei confronti della Gori, volevamo ricordare come potrebbero essere adoperati questi fondi della Regione:

  1. avremmo potuto usarne una minima parte per salvare la scuola alluvionata Rampone di Benevento, ma figuratevi, per quello ci siamo noi del m5s;
  2. potrebbero essere acquistate 1840 ambulanze nuove o addirittura 613 di ultima generazione, dotate di cardio monitor;
  3. 92.000 defibrillatori;
  4. 340 mammografi digitali;
  5. 575 apparecchi per la tac o ancora 92000 defibrillatori;
  6. 13 mila 428 computer per le scuole campane;
  7. 18 palazzetti dello sport super attrezzati di quelli che in Campania non abbiamo mai visto ma abbiamo solo sognato;
  8. 306 bus nuovi e super attrezzati per percorsi urbani;
  9. in Campania il 22% delle famiglie versa in condizioni di povertà e molte famiglie non possono mandare i figli all’università: ecco, avremmo potuto usare questa cifra per finanziare 24000 borse di studio 4000 euro l’una;
  10. si sarebbe potuto rinnovare il parco carrozze della circumvesuviana o comprare nuovi vettori per una metropolitana tanto bella quanto inefficiente dal punto di vista temporale;
  11. 30.666  lavagne interattive multimediali (lim);
  12. 3680 laboratori linguistici con postazione per 15 allievi;
  13. 230.000 letti ospedalieri e neanche voglio immaginare quante case per donne e bambini in difficoltà quante strutture per ospitare i senza tetto o ospedali per assistere degnamente i malati Terminali che muoiono ai quali non viene riconosciuta neanche il diritto ad una morte intima e dignitosa e che stanziano sulle barelle del Cardarelli;

…e se proprio volevamo fare i “magnifici”…avremmo potuto regalare un pranzo di natale a 2 milioni e 3000 mila persone.

NOTIZIA DI STAMATTINA
La signora Antonietta è anziana, malata di angioma polmonare e attaccata ad una bombola di ossigeno per tutto il giorno. Suo figlio trentacinque anni ha un tumore alla trachea, in fase avanzata, ha perso gran parte del peso e le sue ossa hanno cominciato a deformarsi. Sono soli, abbandonati dalle istituzioni se non fosse per la piccola pensione di invalidità che percepiscono. Vivono in un minuscolo basso tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli a Napoli, dove auto e moto sembrano entrare fino dentro casa. Rischiano di perdere l’unico aiuto che ricevono da Roberto, un operatore socio assistenziale che fornisce loro un supporto per sbrigare tutte le faccende quotidiane. Roberto è stato affidato alla signora Antonietta, ma finisce per fare un doppio lavoro accudendo anche il figlio ammalato di cancro.

L’assistenza degli operatori sanitari è a rischio, perché il servizio viene considerato “non dispensabile” e soggetto ai tagli della spending review della Regione Campania.
Volevo ricordare a noi tutti che spendig review significa taglio degli sprechi per una migliore amministrazione e gli sprechi della regione NON SONO L’ASSISTENZA AI MALATI MA SONO QUELLI CHE NON POTETE RICONOSCERE E NON VOLETE ESIGERE.

ECCO QUESTO AVRESTE POTUTO FARE 92 milioni DI EURO CHE NON AVETE ESATTO e ancora di più avreste potuto fare con i 290 milioni di euro, che già precedentemente “il salva gori” ha regalato, e con i prossimi 45 milioni e passa del 2015; in questo siete la perfetta continuazione della legislatura precedente, con un’ aggravante, quella consiliatura la avete prima fortemente contrastata e adesso la imitate.

Di seguito un estratto del Resoconto n.11 della seduta del 01 dicembre 2015
QUESTION TIME – Interrogazione a risposta orale – Reg. Gen. n. 4/2

MUSCARÀ: Grazie della parola. Questa storia va avanti dal mese di luglio, dal momento in cui facemmo notare alla Regione Campania che la stessa Regione Campania aveva un credito di 92 milioni di euro e che questo credito era da tutti ignorato se non sottaciuto. A luglio del 2015 presentammo una mozione che fu boicottata in quest’Aula e il tutto fu rimandato in Commissione Ambiente. In Commissione presentammo i documenti che la stessa Regione ci aveva fornito, ma che una
parte della Regione ignorava. Faticosamente siamo arrivati alla Commissione che in data 28 ottobre ha lentamente lavorato e lentamente ha inviato le conclusioni e i documenti agli uffici, questo ormai un mese fa. Avevamo chiesto di procedere alla diffida che in caso di mancata ammissione in bonis entro il termine di 60 giorni procedere, nei confronti della Gori, con gli ordinari mezzi di riscossione per il conseguimento dell’intero valore dei crediti vantati dalla Regione Campania, in via subordinata a quanto precede avevamo chiesto di procedere ad apposita diffida di pagamento di quanto dovuto per gli anni di competenza 2013 e 2014 ed in caso di mancata ammissione in bonis entro il termine di 60 giorni procedere nei confronti della Gori con gli ordinari mezzi di riscossione coattiva per il conseguimento della somma di 92 milioni di euro. Inoltre, viste le altre criticità esposte in Commissione, avere anche l’elenco del personale in forza alla Gori, i compensi dei soggetti convenzionati e contrattualizzati a tempi determinato e gli incaricati, l’elenco della forza lavoro operante nelle imprese private che attualmente gestiscono gli impianti di depurazione dell’ambito dell’Ato 3, l’analisi comparativa delle tariffe dell’ambito Sarnese Vesuviano applicate dalla Gori con le tariffe degli altri territori campani che hanno altri gestori. Vi ringrazio per la risposta che vorrà darvi.

BONAVITACOLA, Assessore all’Ambiente e Urbanistica: Vorrei ricordare a quest’Amministrazione che nei suoi primi atti ha dichiarato cessata una struttura di emissione per il ciclo delle acque in modo anomala, istituita dalle precedenti Amministrazioni e che di fatto sostituiva le attribuzioni ordinarie in materia di gestione del ciclo delle acque. Appena vi è stato questo rientro, a nostro parere, doveroso nella gestione ordinaria, la direzione competente ha provveduto a diffidare formalmente la Gori SpA in ordine alle morosità maturate sulle due annualità 2013-2014 perché hanno depurazione e collettamento, si tratta, in particolare, da ultimo, della nota 76 e 7770 dell’11 novembre 2015. Riferisce la struttura che in ordine a tali annualità sono state emesse due fatture in acconto rispetto alle quali sono stati effettuati i pagamenti nei mesi di aprile e giugno per un totale di 3 milioni 416 mila 316 euro, tali fatture sono state emesse sulla base dei Comuni e i consumi comunicati alla Gori, successivamente aggiornati con ulteriori comunicazioni che hanno determinato la necessità di provvedere all’emissione di fatture al conguaglio, attualmente in corso d’istruttoria.
A seguito della delibera numero 338/2015 con la quale l’Autorità per l’Energia Elettrica, Gas e Sistema Idrico ha approvato ad ufficio le tariffe del servizio idrico per il grossista Regione Campania, ponendo il valore massimo del moltiplicatore pari a 09, l’ufficio regionale sta verificando, anche attraverso interlocuzioni con l’Autorità, se sia altresì necessario provvedere ad un’ulteriore rideterminazione dell’importo alle citate fatture, applicando ai Comuni definitivamente comunicati la tariffa conseguente la
deliberazione dell’Autorità competente.
Ad ogni buon conto nelle more della citata sistemazione contabile e delle fatture emesse, la direzione generale ambiente ha calcolato per ciascuna fattura l’importo certo, liquido ed esigibile, applicando ai volumi già fatturati la tariffa determinata d’ufficio dall’Autorità, diffidando la Gori al pagamento dell’importo dovuto, dei tratti, solo i pagamenti già effettuati. Peraltro, in linea con i disposti dell’articolo 3 comma 34 della Convenzione di utenza sottoscritta dalla Regione Campania alla Gori in data 16 luglio 2014, secondo la quale il ritardo nei pagamenti e i crediti liquidi ed esigibili dovuti dalla Gori per effetto della presente convenzione comporta l’automatica
applicazione degli interessi legali, sono state emesse le fatture numero 14 e 15 del 10 novembre 2015, a titolo d’interessi legali sulle fatture 106/14 e 15, d’importo pari rispettivamente a euro 72 milioni 838,66 ed euro 13 mila 440, diffidando la Gori al pagamento di tutto quanto ancora dovuto dalla Regione, ravvisando la società, nel caso al termine dei 30 giorni non avesse provveduto alla regolarizzazione della posizione debitoria maturata, si sarebbe attivata ogni procedura amministrativa e giudiziaria necessaria ad assicurare la tutela degli interessi regionali, inclusa l’applicazione a tutti i Comuni della Gori per dotare gli impianti di depurazione regionale del blocco di tutti i trasferimenti regionali in ossequio all’articolo 1 comma 181 della legge regionale numero 5/13. Per quanto attiene il debito per canoni idrici relativo alle annualità 2013-2014 si fa osservare che la riscossione degli stessi è di competenza della concessionaria regionale Acqua Campania, che dal canto suo ha provveduto ad inoltrare formale diffida al pagamento di quanto dovuto dalla Gori e che dai dati trasmessi dalla concessionaria risulta pari ad euro 62 milioni a fronte di fatture emesse per un totale di 75 milioni. La Gori ha corrisposto l’importo di 13 milioni.
Per maggiore completezza d’informazione si rappresenta che la nota 64074 del 24 novembre 2015 è ancora in corso d’istruttoria presso gli uffici regionali. La Gori ha rappresentato che a causa delle vigenti tariffe da essa applicate agli utenti dell’Ato 3, predisposta in conformità al metodo fissato dall’Autorità, non è assicurata l’integrale copertura dei costi per il periodo 2012-2015. Pertanto al fine di contemperare le esigenze di adempimento ai pagamenti dovuti alla Regione, con il mantenimento dell’equilibrio economico finanziario della gestione del servizio idrico integrato dell’Ato 3, nonché con il contenimento della crescita tariffaria applicato all’utenza, la Gori ha rinnovato l’istanza di rateizzazione riferita ai suddetti periodi 2013-2014 sino al 30 marzo 2015, già inoltrata in data 23 luglio 2015.
Ha contestato la diffida della Regione di cui alla nota richiamata dell’11 novembre 2015, nonché le fatture emesse per gli interessi legali sui mancati pagamenti, sull’assunto che i crediti non sono certi, liquidi ed esigibili, in quanto non sarebbero stati definite tra l’autorità di settore, la Regione e l’ente di ambito, le tariffe applicabili.
Fin qui lo stato dell’arte, naturalmente, mi sia consentito di evidenziare come questa vicenda dovrà essere rivisitata e rigovernata dal nuovo organismo che abbiamo deciso di avviare con l’approvazione della nuova legge sul ciclo integrato delle acque: l’Ente Idrico Campano. Uno dei primi adempimenti di questo Ente Idrico sarà la verifica della legittimità degli affidamenti in essere, ma credo che sarà anche la verifica sulla perdurante legittimità degli affidamenti in essere e sul rispetto degli adempimenti previsti dalle convenzioni in essere, ne dovrà trarre le conseguenze del caso, quindi speriamo che quanto prima la Regione smetta di fare quello che non deve fare, la Regione non deve gestire impianti, la Regione non deve fare affidamenti, ancora di più di somma urgenza, la Regione non deve vendere l’acqua e comprare l’acqua ad altri che prima ha venduto, mi riferisco a rapporti su cui occorrerà approfondire e leggere bene riguardanti la Regione: il concessionario Acqua Campania, che
destano grandi perplessità e su cui lo scrivente sta puntando particolare riflessione, su questo mi riservo di relazionare quanto prima agli organi competenti, mi riferisco in primo luogo agli organi del Consiglio regionale. Quanto prima dovremmo cercare di entrare in un regime ordinario, per cui i Comuni, attraverso il loro ente, gestiscono il ciclo integrato delle acque, liberandoci di fardelli inutili e di ruoli inappropriati e mettendo un po’ ordine in questa che è una vera e propria jungla. Questo non si fa dalla sera alla mattina, cercheremo di attuare la legge con celerità, ma anche con i passaggi inevitabili del caso e in questo contesto anche la vicenda Gori dovrà trovare una giusta sistemazione.

MUSCARÀ: La ringrazio per la risposta che mi ha dato, anche se non è completamente soddisfacente, nel senso che avrei immaginato che a distanza di 6 mesi da una denuncia così grave si fossero poi già presi dei provvedimenti che in una gestione normale della cosa pubblica forse sarebbero stati opportuni.
Volevo ricordare all’assessore Bonavitacola che sicuramente adesso stiamo parlando degli ultimi debiti, i 92 milioni di euro, ma non dimentichiamo che prima di questi 92 milioni di euro e dei nuovi, del 2015, che ancora non abbiamo avuto modo di verificare, ce ne sono altri 290 che nella passata Legislatura sono stati in parte condonati ad una struttura che è per metà quasi privata ed in parte sono stati dilazionati con dei termini molto favorevoli alla Gori stessa.
La sua risposta per me non risulta soddisfacente perché immaginavo che una Giunta che si è presentata alla Campania come una Giunta innovativa o come la Giunta che doveva lavorare sugli sprechi, individuasse, in questo della Gori, uno spreco immediato, uno spreco da risolvere immediatamente.
Avrei immaginato che già dal mese di luglio vi foste messi in movimento per recuperare questi che sono soldi dei cittadini campani.
Volevo solo concludere con una piccola nota, perché quando sentiamo 92 milioni di euro la gente normale come me non immagina neanche che cosa significhi 92 milioni di euro. I 92 milioni di euro che avremmo potuto recuperare sarebbero serviti, ad esempio, per comprare 1840 ambulanze nuove o addirittura 613 ambulanze di ultima generazione, avremmo potuto comprare 340 mammografi digitali, 575 apparecchi per le Tac, 131 mila computer per le scuole campane, 18 palazzetti dello sport super attrezzati, di quelli che in Campania non abbiamo mai visto, ma solo sognato, 306 bus nuovi e super attrezzati per i percorsi urbani. In Campania il 22 per cento delle famiglie versa in condizioni di povertà e molte famiglie non possono mandare i figli all’Università, con quella cifra avremmo finanziato per i ragazzi 24 mila borse di studio di quasi 4 mila euro l’una. Non continuo perché la lista delle cose che potremmo fare effettivamente è una lista che non finisce più. Quello che aspettiamo, a seguito di questa diffida che avete presentato, SONO gli ATTI e rispetto agli atti, una risposta sollecita nel giro di pochi giorni.